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FERNANDO PESSOA: IL POETA DELL’INQUIETUDINE.

Di Giuseppe Storti


Pessoa scrittore portoghese, è stato definito insieme a Neruda il poeta più rappresentativo del XX secolo. Famoso, perché autore di opere cosiddette eteronime. Ovvero, scritte dalle tante personalità che sentiva di rappresentare, e che non erano altro che i fantasmi della propria anima, che agitandosi creano personaggi esterni alla persona dell’autore. Ecco come lui stesso definisce siffatti personaggi: “Vado mutando di personalità, vado arricchendomi della capacità di creare nuove personalità, nuovi modi di fingere che io comprenda il mondo, o meglio, di fingere che lo si possa comprendere.” Una delle sue opere eteronime più famose è il cosiddetto libro dell’inquietudine a firma di Bernardo Soares. Il libro contiene centinaia di riflessioni di Soares, una serie di pensieri sparsi che rappresentano la marea di inquietudini che agitano l’animo umano, nello scorrere incessante della vita. I temi della sue riflessioni sono quelli tipici delle opere del grande autore portoghese. Soares riflette sulla vita, sulla morte, sull'anima, sulle sue memorie più intime e sullo scorrere del tempo, ed infine sulle emozioni che nascono dentro e fuori di se. Il libro dell’inquietudine è una sorta di grande zibaldone di leopardiana memoria, in cui l’autore annota in maniera maniacale, ciò che sente. Lui stesso, fa capire al lettore il senso incessante di questo suo “sentire” ogni istante della sua narrazione umana : “Se scrivo ciò che sento è perché così facendo abbasso la febbre di sentire” Un’opera che potremmo definire omnia, infatti l’autore impiegò ben 22 anni per completarla. Ogni riflessione è nel contempo un carezza e un colpo. Insomma Pessoa, può ben definirsi il poeta dell’inquietudine!

Fonte Foto: Libreria IBS: Libri la Feltrinelli.


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